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“Riconosciamoci ignoranti, ma non perdiamo fede nel valore e sulla dignità dell’uomo.”

Ennio De Giorgi.

“All'inizio e alla fine abbiamo il mistero. Potremmo dire che abbiamo il disegno di Dio. A questo mistero la matematica ci avvicina, senza penetrarlo.”

Ennio De Giorgi.

“Un bel problema, anche se non lo risolvi, ti fa compagnia se ci pensi ogni tanto.”

Ennio De Giorgi.

“Il saggio, è la persona che accetta la critica e il rimprovero, tutto ciò è l’inizio della Sapienza, la consapevolezza cioè dei propri limiti e delle idee guida sui fondamenti .”

Ennio De Giorgi.

“Io penso che all'origine della creatività ci sia quella che io chiamo la capacità o la disponibilità a sognare; a immaginare mondi diversi, cose diverse, cercando di combinarle nella propria immaginazione in vario modo.”

Ennio De Giorgi.

Curiosità sul Titolo del libro “Uno spirito puro”
Da un incontro tra un giovanissimo Ennio de Giorgi e l’illustre matematico Renato Caccioppoli, in una conferenza che Caccippoli tiene a Roma nell’anno  accademico 1953- 54, il giovane de Giorgi prende la parola e pone a Caccioppoli una questione matematica molto profonda... «Prima di toccare l’aspetto matematico dell’osservazione di De Giorgi, Caccioppoli citò una frase di André Gide: ‘non c’è nulla di più barbaro di uno spirito puro’. Poi, rivolto a Ennio aggiunse: ‘mi sembra che lei sia un’eccezione’».
Questa frase potrebbe probabilmente aver ispirato gli autori per il titolo del libro. 

    Chi era Ennio De Giorgi

    Nipote di Cosimo De Giorgi, rimase orfano di padre a 2 anni. Dopo il conseguimento della maturità classica presso il Liceo Classico Giuseppe Palmieri di Lecce nel 1946, intraprese gli studi di Ingegneria a Roma, ma già l'anno dopo fu incoraggiato da Mauro Picone a iscriversi al corso di laurea in Matematica dello stesso ateneo, che seguì fino alla laurea nel 1950.

    L'anno successivo vinse una borsa di studio dell'Istituto per le applicazioni del calcolo (IAC), dove ebbe modo di lavorare con Renato Caccioppoli, e venne nominato assistente di Picone all'Istituto di Matematica dell'università. Divenne noto nel mondo scientifico quando, nel 1957, risolse il 19º problema di Hilbert (risolto poco dopo in modo indipendente e con altro metodo anche da John Nash), alla cui soluzione si erano dedicati per oltre mezzo secolo numerosi studiosi.

    Nel 1958 fu vincitore di una cattedra di analisi matematica presso l'Università degli Studi di Messina, ma l'anno successivo fu chiamato, per volere di Alessandro Faedo, a insegnare presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, ove restò per tutta la vita. Nel 1960 fu invitato da Robert Oppenheimer all'Institute for Advanced Study (IAS) di Princeton, ma declinò l'invito.

    Con la sua opera scientifica, dalle ricerche sulle equazioni alle derivate parziali, al calcolo delle variazioni, alla teoria geometrica della misura, fino agli ultimi studi di logica e fondamenti della scienza, aprì prospettive prima inimmaginabili alla matematica mondiale.

    Ricevette numerosi premi prestigiosi e riconoscimenti, tra i quali, nel 1960 il Premio Caccioppoli dell'Unione Matematica Italiana, nel 1973, il Premio Presidente della Repubblica dall'Accademia dei Lincei e, nel 1990 a Tel Aviv, il Premio Wolf. Fu socio, tra le altre, dell'Accademia Nazionale dei Lincei, della Pontificia Accademia delle Scienze e, dal 1995, dell'Académie des Sciences e della National Academy of Sciences degli Stati Uniti.

    Umanità,
    impegno civile,
    disponibilità

    Oltre che un grande matematico, alla cui scuola si formarono numerosi allievi, fu un uomo di grande umanità e impegno civile.
    Grande era la sua disponibilità nei confronti di chiunque avesse bisogno dei suoi consigli, del suo tempo o del suo denaro.

    Uomo dalla fede profonda, rifletté molto sul rapporto tra scienza e fede. Sostenitore della responsabilità degli uomini di cultura nel promuovere l'amicizia e la comprensione tra i popoli, e nel prevenire le guerre, riteneva la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo un documento internazionale di notevolissima importanza. 

    Da alcuni anni De Giorgi insisteva sulla necessità di inserire la Dichirazione dei Diritti Umani (del 1948) nella Costituzione italiana.

    "Rivolgiamo ancora per lui questo appello a tutta l’ opinione pubblica, al Presidente della Repubblica e ai Presidenti della Camera e del Senato."

    Questo è quanto scritto da Antonio Marino già Prof. Ordinario di analisi matematica all’Università di Pisa sul quotidiano "Il Tempo" nell'aprile 1997, quindi a pochi mesi dalla scomparsa di De Giorgi.
    Con l'inserimento della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, la costituzione italiana diventerebbe, la “costituzione più bella del mondo”, come l’ha definita Roberto Benigni, la costituzione più universale del mondo.

    Quale socio di Amnesty International fin dai primi anni settanta, si adoperò attivamente per la liberazione di altri matematici quali il russo Leonid Plyushch e l'uruguaiano José Luis Massera.